martedì 15 aprile 2014

COVER ALBUM PRIMA E DOPO LA CENSURA, PARTE VI


"Che cesso di copertina!" Queste devono essere state le parole con cui venne accolta la release del seminale "Beggars Banquet" dei The Rolling Stones, nel lontano 1968. Ecco spiegato perché si decise di sostituirla con una il più antitetica possibile rispetto all'originale, rappresentante un elegantissimo invito ad un party. Ristampe recenti su CD ed LP consentono comunque di visionare la versione originale e, per chi ne ha la voglia, di andare a leggere pure le scritte che "impreziosiscono" le pareti di quel luogo di profonda "riflessione".

5 commenti:

  1. Nel 1968 qualcuno avrà senz'altro pensato che gli Stones si erano ispirati alla copertina del White album, uscito poco prima. Un vero peccato, perché invece c'era di mezzo la censura, quella più fasulla e ipocrita. Andatevi a vedere la cover di A-Tom-ic Jones, pubblicato dalla stessa Decca un paio di anni prima: per la casa discografica un fungo atomico andava bene, un cesso no...

    RispondiElimina
  2. Ci si schifa a vedere una coppia che si bacia in giro eppoi si mangia dinnanzi a gente squartata dalle bombe al TG. Il mondo è un posto profondamente ingiusto ma possiamo farci davvero poco. O ci si evolve seguendo la logica del darwinismo, applicando al contempo il concetto di autodeterminazione per raggiungere i propri scopi (senza danneggiare il prossimo), altrimenti rischiamo di rimanere vittima degli eventi. Insomma, flower power sucks :)

    RispondiElimina
  3. Parole sante...
    Fortunatamente ho la versione originale

    RispondiElimina
  4. Art-work passione comune, anch'io ne ho fatto diversi post.

    RispondiElimina
  5. Decisamente Lucien... benvenuto/a su Raised On Melodies! Nel frattempo inizio a spulciare i tuoi blog che non conoscevo e sembrano molto interessanti :D

    RispondiElimina