lunedì 29 aprile 2013

SOBRIETA' E COMPOSTEZZA, PARTE III

Già chiamarsi W.A.S.P. (We Are Sexual Perverts) è un buon biglietto da visita se l'idea è quella di farsi notare. Se a ciò aggiungiamo un contorno di donnine discinte, litri di sangue finto, pelle, make up ed un singolo d'esordio intitolato "Animal (Fuck Like A Beast"...beh, difficile passare inosservati.

giovedì 25 aprile 2013

LUCI AL TRAMONTO, PARTE III

Negli ultimi due anni della sua vita, Freddie si era allontanato dalle luci della ribalta. Il suo fisico, oramai debilitato dalla malattia del secolo (l'AIDS), aveva portato la stampa ad una serie di speculazioni su quelle che fossero le sue reali condizioni di salute. Speculazioni che, di lì a poco, si sarebbero rivelate tristemente esatte. Conscio di non avere molto tempo a disposizione, Mercury si gettò con tutta la (poca) forza rimastagli nel lavoro. Pubblicato nel febbraio 1991, "Innuendo" è un disco stupefacentemente buono, se si considera il percorso discografico del gruppo nel decennio precedente e, sin dalla candida copertina, fa coppia con "A Night At The Opera" tra i gioielli più preziosi sulla corona della Regina. Sfortunatamente rimase l'ultimo lavoro pubblicato dai Queen con Freddie in vita: nel novembre dello stesso anno il cantante avrebbe infatti perso la sua battaglia contro la terribile malattia. In realtà, Mercury aveva già messo mano a numerosi brani che vedranno la luce solo quattro anni dopo nel "postumo" - e dal titolo di pessimo gusto -"Made In Heaven". Null'altro che una tappa superflua (e neppure l'unica) lungo la marcia trionfale della Regina.

lunedì 22 aprile 2013

SOBRIETA' E COMPOSTEZZA, PARTE II

Con un look degno di accompagnatrici di quinta (o sesta, o settima) categoria accompagnato da una grinta fuori dal comune, i Twisted Sister hanno goduto della luce dei riflettori per un brevissimo lasso di tempo ma hanno lasciato il segno, grazie ad una serie di video coloratissimi e di album deliziosamente grezzi eppure brillantemente commerciali. Paradossalmente l'ammorbidimento del sound a partire dalla metà degli anni '80 ha avuto l'effetto opposto rispetto alle aspettative ed ha allontanato la band dal pubblico lasciandola -letteralmente- in mezzo ad una strada. Proprio da dove era partita.

venerdì 19 aprile 2013

EHI, MA IO LO CONOSCO QUEL TIPO, PARTE II

Nel 1968 i Jethro Tull vennero invitati a partecipare con altri gruppi al "Rock And Roll Circus", evento televisivo organizzato dai Rolling Stones, che prevedeva l'esibizione degli artisti in una sorta di tendone da circo. Gli Stones decisero poi di non pubblicare il relativo album, poiché ritennero di essere stati messi in ombra dall'infuocata performance degli Who e, di fatto, il video con la relativa colonna sonora vide la luce solo nel 1996. Quello che ci interessa maggiormente, però, riguarda l'esibizione dei Tull, da poco orfani del chitarrista Mick Abrahams. Come sostituto venne preso un giovane baffuto che aveva appena lasciato la band di cui faceva parte, gli Earth. Per risparmiare sul tempo per le prove, il gruppo si limitò a suonare in playback ed il nuovo arrivato non fece altro che mimare quanto era stato registrato dal suo predecessore. Non ci volle molto tuttavia perché egli, colpito dall'aria pesante che si respirava all'interno dei Jethro Tull (già all'epoca una creatura completamente nelle mani di Ian Anderson), decidesse di fare marcia indietro e ritornare dai suoi vecchi compagni. Questo "figliol prodigo" si chiama Tony Iommi e, con Geezer Butler, Bill Ward e Ozzy Osbourne nel giro di poco tempo avrebbe stravolto la storia del rock con i Black Sabbath.


lunedì 15 aprile 2013

SOBRIETA' E COMPOSTEZZA, PARTE I

Leader dei sulfurei Mercyful Fate e autore in proprio di una serie di album solisti, il King Diamond è stato tanto nell'immagine (mooolto KISS - Style) che nelle tematiche dei brani una delle colonne portanti dell'horror rock. Celebre per il suo tipico falsetto, dopo un breve periodo lontano dalle scene, dovuto a problemi di salute, è recentemente tornato a farsi sentire...nell'attesa di tormentare di nuovi i sogni dei tanti fans. Lunga vita al Re.


venerdì 12 aprile 2013

IL PERSONAGGIO: DAVID BYRON

Per uno strano scherzo del destino, a differenza di quanto avvenuto a tanti blasonati colleghi, nemmeno la prematura morte, in pieno "rock'n'roll style", è riuscita a dare al carismatico David Byron lo spazio e la visibilità, per quanto postuma, che si meriterebbe. Frontman della formazione classica degli Uriah Heep dall'esordio del 1970 sino alla metà del decennio, ha con essi pubblicato una serie di dischi che rientrano appieno nello status di classici dell'hard rock (con venature progressive) inglese. Da "Very 'Eavy Very Umble", passando attraverso "Look At Yourself" e "The Magician's Birthday" il gruppo si è costruito una reputazione tale da affiancarlo a Deep Purple, Led Zeppelin, Who e Black Sabbath in una ipotetica "Hall Of Fame" del rock britannico del decennio. Screzi con il tastierista Ken Hensley (come disse in seguito quest'ultimo il discorso fu: "Scegliete, o lui o me!") portarono nel 1976 all'estromissione di Byron dalla band, primo passo verso un lento ma inesorabile declino, costellato da fallimentari progetti musicali e da un orgoglio tale da indurlo a rifiutare persino il reintegro nella formazione nel 1981, quando oramai era chiaro che la sua carriera solista non avrebbe portato da nessuna parte. Perso nei ricordi della gloria che fu e nell'incubo di un misero presente in cui non si riconosceva, David si spense quattro anni dopo per un attacco epilettico aggravato dall'ormai costante abuso di alcolici. Ci piace immaginarlo lassù, tornato ad essere ciò che si era considerato per tutta la vita: una stella.

martedì 9 aprile 2013

RACCONTAMI LE TUE FANTASIE...

Evidentemente lo scandalo e la conseguente dose di pubblicità dovuti al video per "Justify My Love" nel 1990, censurato da MTV e trasmesso solo a tarda notte a causa degli alti contenuti erotici, devono avere portato Madonna alla conclusione che oramai tutto le fosse concesso e nessun argomento fosse oramai un tabù per "Her Pop Majesty". Ecco così spiegato un disco come "Erotica", album che già dal titolo esplica in maniera inequivocabile i punti che qui si vuole andare a...toccare. Con una buona dose di coraggio (o presunzione, se volete) in contemporanea all'album viene pubblicato anche il libro fotografico "Sex" nei cui scatti la cantante, assieme ad una serie di celebrità tra cui Naomi Campbell, si mostra in pose che lasciano pochissimo, se non nulla, all'immaginazione. L'album, al di là dei temi trattati, mostra anche un deciso rinnovamento nello stile che, abbandonando in parte il classico pop della passata produzione, anticipa molti dei trends del decennio in corso: rap, musica d'atmosfera e dance trovano equamente spazio all'interno di un disco che la critica considera uno dei migliori dell'artista. Per una volta, però, la carta stampata è molto più benevola nei confronti di Madonna di quanto lo sia il pubblico, che snobba un pò il lavoro. Non si tratta di un vero flop in sé, ma con soli cinque milioni di pezzi smerciati, il paragone con le vendite dei dischi precedenti è impietoso e mostra un certo calo di immagine cui la cantante dovrà far fronte per parte del decennio. Per l'ennesima volta, tuttavia, la star dimostrerà di non essersi affatto pentita delle sue mosse: nel brano "Human Nature", contenuto nel successivo lavoro "Bedtime Stories", canterà infatti con tono ironico "Ops, non sapevo che io non potessi parlare di sesso!".

venerdì 5 aprile 2013

IPSE DIXIT!

Essere caustico in certi commenti è una caratteristica innata di molte persone che si dilettano con la scrittura, sia in maniera amatoriale (come il sottoscritto), sia per vera professione. I critici musicali nello specifico talvolta sanno essere delle vere iene. Ecco alcuni esempi di celebri stroncature:
 
"Un disco perfetto da regalare per Natale a qualche parente sordo” (La rivista NME su "Jazz" dei Queen)
 
"Se questo gruppo ce la farà io dovrò suicidarmi." (La giornalista di Rolling Stone Melissa Mills riguardo il primo album degli Uriah Heep)
 
"Ridicolo, con McCartney che urlacchia poco convinto contro un muro di feedback". (Il critico Ian MacDonald su "Helter Skelter" dei Beatles)
 
.........................................E poi sarei io quello cattivo?

martedì 2 aprile 2013

ALTRE VOCI, PARTE III

Terminati gli impegni promozionali per "Fear Of The Dark", Bruce Dickinson decide che il suo tempo nei Maiden è oramai scaduto, e molla il colpo per dedicarsi in pieno alla carriera solista, che aveva avviato già nel 1990 con "Tattooed Millionaire". Steve Harris e compagni ingaggiano il poco noto Blaze Bayley proveniente dai Wolfsbane, pubblicando una coppia di dischi che sono considerati (non a torto) i peggiori parti della Vergine di Ferro. La colpa non è tutta del buon Blaze, il quale ce la mette tutta (nel limite delle sue -scarse- possibilità) per coprire una posizione così "scomoda" come quella di frontman di uno dei gruppi metal di maggior successo, ma in generale al songwriting che rasenta i minimi storici. Anche i fans più oltranzisti sono delusi dal nuovo corso intrapreso dalla band e per i Maiden non c'è via di scampo: bisogna richiamare Bruce! Detto, fatto: nel 2000 esce "Brave New World" un buonissimo comeback che vede il reintegro non solo di Dickinson, ma anche di Adrian Smith. Con una line up estesa a sei elementi, la band inglese affronterà una seconda gioventù, testimoniata da lavori qualitativamente altalenanti, tuttavia baciati da un notevole successo di pubblico.