sabato 12 gennaio 2013

MEAT LOAF: BAT OUT OF HELL

Privato dell'apporto di Jim Steinman (che tuttavia qui offre alcuni brani "di riciclo") Meat Loaf cerca di ricostruirsi una carriera che sembra ormai alla deriva. La strada per ritrovare il successo è lunga, ma una delle tappe fondamentali è proprio tra i solchi di questo album. "Tu non hai idea di come si scriva una canzone. Hai mai ascoltato musica pop? Hai mai ascoltato del rock'n'roll? Dovresti scendere quando te ne vai e comprare dei dischi di rock'n'roll." Queste le parole che Clive Davis, funzionario della label CBS rivolse a Jim Steinman dopo avere ascoltato i brani proposti da lui e Meat Loaf durante un'estemporanea esibizione live nei suoi uffici. Incredibilmente questo non fu l'unico  rifiuto da parte di una casa discografica, indice di quanto il rock'n'roll di stampo wagneriano che i due stavano proponendo fosse fuori dalle righe e da ogni regola di mercato. Apparentemente almeno: infatti quando, dopo due anni di dinieghi e porte sbattute in faccia, i due si accasarono presso la Cleveland Records, sussidiaria della Epic, e riuscirono a pubblicare il disco nell'autunno del 1977 andarono incontro ad un successo da quaranta milioni di copie vendute. A dimostrazione di come la qualità paghi! Perchè signori "Bat Out Of Hell" è un disco con la D maiuscola, nato al crocevia tra un rock di pura matrice springsteeniana - andate ad ascoltare "Born To Run" uscito due anni prima e fate i debiti confronti - ispirazioni 50's, un musical di Broadway e un'opera di Wagner. "Come un pipistrello volato fuori dall'Inferno" parte la title track, tour de force di dieci minuti che mette subito le carte in tavola:  rock magniloquente ed epico, fatto di continui cambi di tempo, dove nulla è lasciato al caso e la parte di chitarra di Todd Rundgren ad imitazione di un motore che va su di giri meriterebbe di suo pagine di elogio ed applausi a scena aperta. "You Took The Words Right Out Of My Mouth", introdotta da un recitato ad opera di Steinman e Ellen Foley, sposta le lancette indietro di un ventennio e ci riporta in un immaginario suburbano di fine anni '50, grazie ad un sapiente uso dei controcanti. La delicata "Heaven can Wait" è la cartina tornasole di tutte le successive ballate incise da Meat Loaf, il quale con un accompagnamento orchestrale mette in mostra tutte le sue qualità vocali.  "All Revved up with No Place To Go" è dominata dai fiati e si pregia di un grande assolo di sax e di un inaspettato finale accelerato. "Ti voglio, ho bisogno di te, ma non c'è possibilità che mi innamori di te. Ora non essere triste perchè due su tre non è male..." recita l'ironica ma dolcissima ballata "Two Out Of Three Ain't Bad"  e fa da preludio ad un nuovo salto indietro nel tempo con "Paradise By The Dashboard Light", delizioso ed energico pezzo 50's che vede le parti vocali divise tra Meat e Ellen Foley. Coup de Teatre del brano è celebre il break centrale, con la cronaca di una partita di baseball ad opera di Phil Rizzuto che metaforicamente descrive l'approccio sessuale di una coppia, con lei che si nega finchè il ragazzo non le avrà promesso di sposarla e lui che nicchia con un laconico "Let me sleep on it". La crepuscolare "For Crying Out Loud", dotata di un sontuoso accompagnamento orchestrale, è stata troppo spesso sottovalutata, anche in sede live, ma rimane senza dubbio di una delle migliori interpretazioni di Meat Loaf e pone la parola fine allo script di un disco che, a trentacinque anni dalla pubblicazione, non ha perso nemmeno un briciolo di freschezza ed originalità. Gli anni '80 non saranno altrettanto fortunati per Meat Loaf che, allontanatosi da Steinman dopo la sbiadita fotocopia di "Dead Ringer" del 1981 (tutto incentrato sullo - splendido a dire il vero - duetto con Cher nella title track), non riuscirà più a tornare su questi livelli. Solo la ricostituzione della partnership vincente porterà di nuovo soldi e successo nel 1993 con il vendutissimo sequel "Bat Out Of Hell II. Back Into Hell". Ma questa è un'altra storia, che (forse) vi racconteremo molto presto. Per ora, riesumate il giubbotto di pelle e scaldate il motore: la notte è ancora lunga ed è tutta vostra.
 
Tracklist:
Bat Out Of Hell You Took The Words Right Out Of My Mouth (Hot Summer Night) Heaven Can Wait All Revved Up With No Place To Go Two Out Of Three Ain't Bad Paradise By The Dashboard Light For Crying Out Loud

3 commenti:

  1. Un disco che nella storia del rock non è inserito in nessun filone o genere o moda, l'ho sempre amato soprattutto per la sua "uniqueness". Jim Steinman è un songwriter da musical e con il grandguignolesco Meat Loaf formò un duo irripetibile.

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    1. Steinman è un genio, infatti quando ha abbandonato il progetto, il buon Meat Loaf negli anni'80 ha alternato alcuni lavori decorosi come "Bad Attitude" (guarda caso comunque c'è il suo zampino in 'Nowhere Fast') ad altri a dir poco imbarazzanti come "Blind Before I Stop". Inoltre il buon Jim ha trasformato un gruppo oggettivamente mediocre come i The Sisters Of Mercy in una band da classifica. "Floodland" è IL disco delle Sorelle, mentre il successivo "Vision Thing" - seppur composto da episodi decorosi - non raggiunge il livello qualitativo del predecessore... ad eccezion fatta di 'More' scritta e prodotta proprio da Steinman.

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