lunedì 29 settembre 2014

MERAVIGLIOSAMENTE 60'S, PARTE II


Prima di divenire nella natia Inghilterra una fucina di hits con pochi eguali (oltre 120 milioni di dischi venduti!), gli Status Quo hanno vissuto alla fine degli anni sessanta un periodo legato in pieno al dilagante fenomeno psichedelico. Con il primo album hanno goduto di una certa notorietà anche negli USA, che rimarranno invece curiosamente refrattari al prosieguo di carriera della band. Brani come "Pictures Of Matchstick Men", se fossero stati pubblicati trent'anni dopo in pieno revival 60's, avrebbero ancora goduto del plauso delle classifiche. Niente di meno che il miglior esempio di come la qualità sia in grado di trascendere le barriere generazionali. Bravi.

giovedì 25 settembre 2014

QUALCOSA E' ANDATO STORTO, PARTE III


Complice un'immagine accattivante ed una serie di brani "facili", adatti a radio ed MTV, i 'glamsters' Poison conquistano classifiche e riconoscimenti per tutta la seconda metà degli anni ottanta e gli inizi del successivo decennio. L'abbandono del chitarrista C.C. DeVille dopo il tour promozionale per l'ottimo "Flesh And Blood" del 1991 fa precipitare la band in una seria "impasse". La soluzione per uscirne pare essere quella di reclutare l'asso delle sei corde corde Richie Kotzen, limare gli aspetti troppo colorati della propria immagine ed effettuare un deciso cambiamento di stile, verso lidi maggiormente blues e "seri", con la speranza di ingraziarsi anche quella critica che fino ad ora ha snobbato il gruppo. I risultati, ahiloro, sono esattamente agli antipodi di quanto sperato: i fans restano basiti all' ascolto del nuovo disco "Native Tongue", la critica non si smuove dalle proprie convinzioni, MTV li ritiene oramai roba vecchia e - ciliegina sulla torta- il giovane Kotzen mette gli occhi (e non solo!) sulla ragazza del batterista Rikki Rockett, guadagnandosi una velocissima fuoriuscita dal combo. Il colpo è di quelli duri da superare ed il gruppo rimane, discograficamente parlando, in stand-by per un lungo periodo mentre il cantante Bret Michaels si consola tra le... braccia (ehm...) della procace Pamela Anderson. Il richiamo di DeVille, uscito da serissimi problemi di tossicodipendenza, riporta in vita a fine decennio la line-up originale, ma trasforma i Poison nell'ennesima band costretta a vivere sui ricordi delle glorie che furono.

lunedì 22 settembre 2014

AUTENTICI SOPRAVVISUTI


Era il 1993 e all'epoca questa commistione di synth-pop e rock fu una vera e propria rivelazione per chi scrive. Solo anni dopo abbiamo scoperto cosa c'era dietro: Dave Gahan all'ultimo stadio di una dipendenza da eroina, Andy Fletcher in depressione e Martin Gore in preda a crisi epilettiche ed in lotta continua con Alan Wilder, al punto che quest'ultimo sloggiò appena possibile. A conti fatti è un miracolo con la M maiuscola che oggi si parli ancora di Depeche Mode come di una realtà attualmente viva e vegeta.

mercoledì 17 settembre 2014

UHM, CONOSCO QUEL RIFF, PARTE I


Con una durata complessiva superiore ai 17 minuti nella sua versione da disco, il pezzo, in questa forma ridotta, ha goduto di un gran successo, ma non ha portato molta fortuna agli Iron Butterfly, poi incapaci di ripetersi su questi livelli, commercialmente parlando. Ah, se vi state chiedendo cosa significhi il titolo...beh nelle intenzioni avrebbe dovuto essere "In The Garden Of Eden", ma dato che il cantante era troppo "fumato" in studio per riuscire a pronunciarlo correttamente, si decise infine di lasciarlo così. Il resto, come si suol dire, è storia.

lunedì 15 settembre 2014

AVANTI UN ALTRO, PARTE III


Quando Ozzy Osbourne decide di abbandonare definitivamente i Black Sabbath nel 1978, in molti vedono questa separazione come la fine prematura di una brillante carriera. Contro ogni previsione, invece, il gruppo decide di proseguire la propria avventura, accogliendo nei propri ranghi un certo Ronnie James Dio, anch'egli reduce da un divorzio musicale tutt'altro che indolore con Ritchie Blackmore, all'epoca interessato a conferire sfumature a stelle e strisce al suo "Arcobaleno". A differenza del "madman", il folletto italo-americano può contare su eccellenti capacità vocali, pur non possedendo quel tocco teatrale che ha contraddistinto le gesta del suo predecessore. Il primo parto di questa nuova incarnazione della band inglese rimane ad oggi una delle splendenti vette di tutto l'heavy metal classico. "Heaven And Hell" è un disco a dir poco splendido, ricco di episodi variegati che spaziano dall'arrembante "Neon Knights" all'epica title track, la quale fa da trampolino per i lunghi assoli di Iommi durante le esibizioni dal vivo. Il successivo "Mob Rules", per il quale troviamo dietro alle pelli Vinnie Appice al posto del dimissionario Bill Ward, non è da meno ed ha i suoi punti di forza nella terremotante "Turn Up the Night", nella tortuosa "The Sign Of The Southern Cross" e nella sulfurea accoppiata "E5150 / The Mob Rules". Il meccanismo si inceppa a causa della pubblicazione del doppio live "Live Evil", autentico teatro di reciproche accuse di voler dar troppo risalto in fase di mixaggio alle proprie performance, tanto da parte di Dio, quanto da Iommi. Inevitabile la rottura: il frontman crea un proprio progetto musicale omonimo portandosi dietro il fido Vinnie Appice, mentre i Black Sabbath reclutano addirittura l'ex Deep Purple Ian Gillan, il quale darà vita all'oscuro "Born Again". Gli anni novanta vedranno una reunion della formazione Iommi / Butler / Dio / Appice per il sopravvalutato "Dehumanizer" ed in anni più recenti il combo si riunirà di nuovo, questa volta sotto il moniker "Heaven And Hell", ma i risultati, per quanto apprezzabili, non hanno né il fascino, né l'importanza di quanto realizzato con i primi due capitoli.

mercoledì 10 settembre 2014

CHE INIZI IL COUNTDOWN...



Che cos'è? Semplice: il master per l'edizione in vinile di "The Endless River", il "nuovo" (le virgolette sono d'obbligo visto che abbiamo a che fare con dei brani ripescati dalle sessions di "The Division Bell") album di ciò che resta dei Pink Floyd. Data di pubblicazione prevista: 11 novembre. Staremo a sentire.

lunedì 8 settembre 2014

QUALCOSA E' ANDATO STORTO, PARTE II


Campioni di incassi tra la fine degli anni settanta e la metà del decennio successivo, i Foreigner entrano in crisi profonda a causa della dipartita del frontman Lou Gramm, ufficializzato nel 1990. Come sostituto viene ingaggiato l'ex cantante dei King Kobra Johnny Edwards, il quale interpreta dignitosamente il poco fortunato "Unusual Heat". Nel tentativo di salvare la barca in procinto di affondare, l'ex cantante viene infine richiamato, ma "Mr. Moonlight", lungi dall'essere il segno della rinascita, non trova spazio né in radio, né su una MTV votata quasi solo al grunge ed al punk rock melodico (Green Day, The Offspring ed affini). Gravi problemi di salute porteranno poi Gramm ad abbandonare di nuovo il gruppo, che continuerà per la sua strada, ingaggiando musicisti senz'altro di valore, ma che ben poco potranno fare per evitare il tramutarsi della band in un puro e semplice "marchio".

giovedì 4 settembre 2014

QUALCOSA E' ANDATO STORTO, PARTE I


Si crede comunemente che i progetti creati a tavolino per questione di marketing siano esclusiva prerogativa della musica pop e, se in gran parte ciò è vero, i Bad4Good vanno considerati come l'eccezione che conferma la regola. Il quartetto di ragazzini (il più "vecchio" all'epoca aveva soli 16 anni) venne messo insieme nel 1992 dall'axeman Steve Vai attorno al chitarrista prodigio Thomas McRocklin, che aveva partecipato al video per il suo brano "The Audience Is Listening". Il disco "Refugee" fece una velocissima comparsata nella top 40 U.S.A. e le foto contenute all'interno dell'album, con i ragazzi in costume semi-adamitico, provocarono un'impennata, più che di vendite, delle "zone basse" di qualche pedofilo e fecero ben poco per garantire un futuro alla formazione che si dissolse come neve al sole.