lunedì 21 gennaio 2013

TUTTO DA RIFARE, PARTE II

Sebbene chi scrive non apprezzi per nulla la produzione anni '80 targata Queen, è sempre riuscito a trovare qua e là qualche spunto interessante anche in dischi non propriamente epocali come "The Works" e "The Miracle". Lo stesso non può dirsi tuttavia per "Hot Space", pubblicato nel 1982 e considerato non solo il peggior parto dei Queen, ma anche una delle più grandi follie mai registrate da una band di alto livello. Inguardabile la copertina e inascoltabile il contenuto: scialbe composizioni che fanno il verso ad "Another One Bites The Dust" (e personalmente trovo poco stimolante già l'originale) nel tentativo di rendere la musica del gruppo adatta ad essere suonata nei club dove il gruppo amava andare per svagarsi (e, nel caso di Mercury, per qualcosa di più...). Nemmeno la collaborazione con David Bowie per "Under Pressure" riesce a salvare la situazione e viene anzi da chiedersi se sia stato l'incontro con i Queen a istigare il "Duca Bianco" alla realizzazione dei suoi successivi lavori in studio. Un'epidemia di "mediocrità compositiva".

3 commenti:

  1. ... Non so se sia meglio "Under pressure" o Dancing in the street (Bowie + Jagger)... Gara dura comunque ...
    Credo che i Queen siano stati un gruppo un po' (magari anche non tanto poco...) sopravvalutato.

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  2. Effettivamente la gara è dura tra quei due brani, credo possano piazzarsi entrambi negli abissi...
    Sul fattore Queen, mi trovi d'accordo, dato che l'ascoltatore medio dei Queen ascolta Vasco Rossi, Eros Ramazzotti ed amenità assortite...
    Del periodo pop credo che il solo Innuendo sia un gran disco.

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  3. Io li ho sempre considerato grandi creatori di "jingle", di slogan; anzi: erano fantastici creatori di "cori da ultrà". Tutto lì però...

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