mercoledì 19 novembre 2014

IL FIUME SENZA FINE... DEI RICORDI (AUTOCITAZIONI INCLUSE)


Le premesse non erano certamente delle migliori: un lavoro nato dalla ripresa di brani abbozzati durante le sessions di "The Division Bell", vecchie oramai di vent'anni, non faceva ben sperare ed il timore che il disco si rivelasse un "pastiche" messo assieme alla bell' e meglio era tutt'altro che infondato. Ora che, finalmente, l'abbiamo nelle nostre mani possiamo toglierci ogni dubbio: "The Endless River" NON E' un brutto disco, ma ha il terribile handicap di essere esageratamente autoreferenziale e pieno di citazioni (consce o no) del passato più o meno lontano dei Pink Floyd. Chi scrive vi ha trovato tracce di "The Dark Side Of The Moon", "Wish You Were Here" e "The Wall", oltre ad ovvi rimandi al "fratello maggiore" "The Division Bell" (basti pensare alle parti vocali di Stephen Hawking). Qualcuno in sede di recensione l'ha anche giudicato un "disco noioso" e, mano sul cuore, non possiamo certamente dargli torto: la mancanza pressoché totale di parti cantate rende l'ascolto talvolta un vero "tour de force" e lascia l'amaro in bocca perché le idee non mancano e sono (talvolta) persino ottime, ma non vengono per nulla sviluppate. L'impressione generale è che se la band si fosse messa al lavoro sui pezzi subito dopo il tour del '94, il risultato sarebbe stato con buona probabilità il miglior disco del post-Waters. Un'occasione sprecata che, giocoforza, non potrà godere di una seconda possibilità.

3 commenti:

  1. Guarda Jen, sai che in questi casi l'equilibrio sarebbe d'obbligo, ma non è sempre facile mantenerlo.
    Io faccio fatica, in questo.
    Io NON ho ascoltato il disco e non lo giudico; non sono nemmeno un grande fan dei Pink Floyd, quindi mi guardo dal fare recensioni. Però ho seguito un po' la genesi dell'album. Che è appunto una raccolta di materiale a suo tempo "scartato".
    E mi chiedo: ma noi "fan", giornalisti, critici, ascoltatori abbiamo veramente tanta FAME di questi gruppi? Siamo noi che ne vogliamo ancora, sono i musicisti che dall'alto del loro ego insistono a pubblicare, o piuttosto, come credo, sono le case discografiche che sanno benissimo che con un attenta campagna pubblicitaria, il nome Pink Floyd + l'aggettivo "nuovo" garantiscono introiti?
    Poi l'album può anche essere bello, bellino, mediocre, bellissimo: ma a me restano sempre tanti dubbi riguardo queste operazioni, riguardo alle reali intenzioni dei membri superstiti. Qualunque gruppo, che siano Pink Floyd, Pink Fairies o Greenslade se vanno a rovistare negli archivi trovano materiale per mettere assieme "nuovi" album; per fortuno in pochi lo fanno.
    E di nuovo insisto: noi dobbiamo avere meno fame, meno bulimia, meno attaccamento a nomi e simboli; altrimenti poi ci lamentiamo che la musica non è più "come quella di una volta" (da che pulpito, eh??)
    Ciao, e bravo per l'equilibrio che hai messo nel post!

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    1. Ciao Evil, nella mia esperienza da 'critico' (odio questo termine, lo uso solo per farmi capire al volo) ho imparato una cosa fondamentale: fare del buon "giornalismo" significa saper analizzare in maniera oggettiva pro e contro disseminati in ogni disco analizzato. Ti faccio un esempio concreto: "Animals" è il mio album preferito in assoluto dei Pink Floyd (fattore soggettivo), ma non potrei mai andare in giro a dire che si tratta del loro "Magnum Opus", perché affermerei una BALLA clamorosa, mi spiego? Ciò che tu hai scritto andrebbe inciso su pietra, in quanto il pubblico medio è PIGRO. Altro esempio: i Deep Purple hanno raccolto un successo mondiale stratosferico e quando Ritchie Blackmore ha deciso di uscire dal gruppo per fondare i Rainbow, quest'ultimi - ingiustamente - non hanno mai (purtroppo) raccolto il successo ottenuto dalla precedente band. Nel 1984 si sono riuniti e... apriti cielo... i fans della prima ora che disertavano i concerti dei Rainbow si sono catapultati in blocco a rendere onore alla più grande hard rock band di sempre. L'onestà intellettuale di ogni band dipende dalla "coscienza" dei propri componenti... per fortuna Blackmore è uscito dal gruppo da anni e si occupa di musica medioevale... per carità non piacerà a tutti, ma di certo si è smarcato con classe dal solito carrozzone celebrativo/autoreferenziale. Grazie per i complimenti, li apprezzo molto!

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  2. Un bell'esempio. I Rainbow magari non rappresentano il "mio" genere favorito (ma cosa poi vuol dire "mio" in questo contesto...) però ogni volta che ascolto quel live rimango a bocca aperta, perchè questi facevano quel heavy prog per cui magari oggi i flying colours sono osannati. Ma lo facevano tra il 77 e il 79, anni in cui o si era punk/new wave o non si era cool. Ma questo è un vecchio discorso.
    però vedi i Rainbow (come tanti altri gruppi) non hanno bisogno, oggi, di pubblicare un triplo lp di outtakes di quegli anni. Perchè non ci basta quel live (e Rising, magari)? Non ne hanno bisogno, e spero non lo facciano. Ma bisogna che anche noi, in qualche modo, freniamo la voglia di possedere e accumulare di più, altrimenti non ne usciamo.
    ciao!

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