giovedì 26 giugno 2014

CHI DI VOI E' PINK?


All'interno di una discografia pressoché impeccabile come quella dei Pink Floyd (uno dei pochi gruppi che hanno avuto l'intelligenza di eclissarsi quando le idee iniziavano a scarseggiare, senza indulgere in inutili, per quanto remunerativi, post-scriptum), "Wish You Were Here" sconta il fatto di essere uscito dopo che la band aveva mostrato al mondo ciò che si celava sul "Lato oscuro della luna". Si tratta quindi di una posizione di subordinarietà solo temporale e non qualitativa, giacché, almeno per chi scrive, questo disco è l'Essenza dei Pink Floyd, giusto un attimo prima che Roger Waters prendesse in mano completamente le redini del gruppo per una triade di lavori che (soprattutto l'ultimo, "The Final Cut") appaiono -almeno concettualmente- come progetti solisti col nome dei Floyd in copertina. Dedicato al "diamante pazzo" Syd Barrett ed ispirato al concetto di "assenza", l'album mostra nei suoi cinque ( o quattro, se si considera "Shine On You Crazy Diamond" come un'unica suite) brani tutte le componenti che hanno reso il gruppo assoluto protagonista, per vendite ed importanza storica, del rock inglese: atmosfere progressive, guidate dalle soffuse tastiere del compianto Richard Wright, per la succitata "Shine On", acida cattiveria per "Welcome To The Machine" e smaccata ironia per "Have A Cigar" ("Oh, By The Way, Which One's Pink?"), senza dimenticare il delicato arpeggio della title track, brano tra i più noti della band. Un lavoro che, anziché inquadrare un periodo, travalica tempo e spazio, come solo i Capolavori, quelli con la C maiuscola, sanno fare.

3 commenti:

  1. Provo a commentare per la terza volta...
    Pur non essendo un grande fan dei Floyd, ne riconosco l'importanza, e condivido il giudizio su Wish You Were Here. Forse per le tematiche a me care (non mi riferisco alla guerra) uno degli album che preferisco è proprio The Final Cut.

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  2. Anche a me piace parecchio "The Final Cut", anche se ammetto che c'è voluto un bel po' di tempo prima di farmelo piacere... è un disco molto 'pesante' ed introspettivo...

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  3. Esatto, ed è il motivo per cui mi piace. D'altro canto, visto il mio background, non potrebbe essere altrimenti... ;-)

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