martedì 6 maggio 2014

Frontiers Rock Festival - Il report, parte III


Introduzione a cura di Jen. 

Questa foto riassume l'atmosfera vissuta in questa maratona di 3 giorni, impensabile sino a qualche tempo fa. Al nostro stand abbiamo conosciuto un sacco di persone (connazionali e stranieri) entusiaste per il nostro libro e l'evento stesso. Organizzazione a dir poco perfetta e il Live Club si è rivelato all'altezza delle sue note aspettative. Tutto ciò ha dimostrato che non abbiamo nulla da invidiare alle altre realtà europee, spetta a noi supportare eventi di questa portata.

Report a cura di Diego "Dr.Zed" Zorloni e Stefano Gottardi.

Prima nota positiva della giornata: non c'erano più i Dalton a sbronzarsi al bancone!

Crazy Lixx: i giovincelli ci danno dentro di brutto e fanno una figura ottima, non fosse che, visto il genere che suonano, come per un sessantenne che si mette con una ventenne, sono in ritardo di almeno venticinque anni perchè la cosa "tiri" seriamente. Quantomeno si porteranno a casa un bel ricordo dell'Italia...in particolare il chitarrista che "offstage" si diletta in un simpatico siparietto (ma siccome sono persona riservata non vi dirò che è stato beccato nel bagno dei disabili a mostrare le qualità del suo "manico" ad una bella fanciulla...)
Issa (Oooo issa! Oooo issa! Ooo...): con il suo hard rock melodico stile Victoria's Secret non convince nessuno e sul palco se la inculano davvero in pochi...quanto accada invece nel backstage non è dato saperlo (nel caso: beati loro!).
Jeff Scott Soto: look e attitudine da ventenne nonostante oramai le primavere sulle spalle siano quasi cinquanta, arriva come un uragano e devasta tutto capitalizzando l'attenzione della totalità dei presenti. Quando il tempo a sua disposizione termina, non si scompone e con un pacato "vaffanculo!" (in italiano) prosegue lo stesso per un altro pezzo. 
John Waite: Classe. Forse non la voce più bella, tecnica o con la maggior estensione del festival, però... che signore. Non conoscevo granchè la scaletta, comunque un bel concerto. Pare ci fosse Alda D'Eusanio pronta a lanciarsi dalla balconata in preda a una crisi da fan 15enne... 
Danger Danger: esibizione pazzesca, cazzo duro e braccia alzate! Rob Marcello è un mostro (non di bruttezza), la band suona bene e Ted Poley IL frontman. Simpatico, canta bene, e scende fra la folla a cantare scatenando un putiferio. Tutti volevano toccarlo, manco fosse Belen in bikini. Mi sono divertito come un coglione lasciato fuori dalle mutande, per me davvero uno dei momenti più alti del festival. 
Piccolo siparietto: Bruno Ravel (bassista dei Danger Danger): 

What song is it you wanna hear?

PUBBLICO: .........................................................................................................

BRUNO RAVEL: What song is it you wanna hear?

PUBBLICO: WOUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOARGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHSSSSSSSZZZZZXYZ.

BRUNO RAVEL: It's exactly what we wanted to play!

John Peter Sloan, salvaci tu...

Winger: be', bravi. Scaletta che abbraccia un po' tutto il repertorio, anche se il nuovo corso non l'ho mai seguito, ma hanno suonato molti classici. Il batterista è da portare fuori sulle spalle tanto che è bravo, Reb Beach sempre figo. Kip Winger ha l'aria di uno che non vede l'ora di finire il concerto per andare a puttane, se mi dicessero che passa le sue serate al Night Club a infilare soldi nelle mutande delle spogliarelliste ci crederei senza problemi. Ma a parte quest'aria da playboy in pensione (sarà il ciuffo bianco, boh), niente da dire.
Night Ranger: Fra Mar-Ti-No Cam-Pa-Na-Ro...parte "Touch Of Madness" e non ce n'è per nessuno! Tra classici, brani nuovi e qualche sorpresa come "The Secret Of My Success" (co-co-co-cosaaaaaa?) ed "High Enough" equivalgono ad un orgasmo di 80 minuti, facendo "godere" sia gente che potrebbe essere mio padre che altri che potrebbero essere miei figli. Qualità eccelsa intergenerazionale.


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