Eclettico, trasformista, vera icona passata indenne attraverso quattro decadi come accaduto a pochissimi acts della sua generazione, David Bowie con "The Rise And Fall Of Ziggy Stardust Ad the Spiders From Mars" completa definitivamente la trasformazione da semplice musicista ad "artista" a tutto tondo. Sebbene il disco non sia in assoluto il migliore della sua quarantennale carriera (almeno per chi scrive), è quello che più di ogni altro lo rappresenta, grazie alla geniale intuizione della creazione di un alter-ego da incarnare sul palco, la rockstar Ziggy "polvere di stelle" appunto. Eccezionale nelle intenzioni più che nel -comunque rilevantissimo- risultato finale, il disco aprirà definitivamente a Bowie le porte dei mercati internazionali ma non lo imprigionerà in uno stereotipo, tanto che già l'anno successivo il personaggio Ziggy troverà la sua fine proprio sul palcoscenico, per tramutarsi in "un ragazzo folle" (A-Lad-Insane) alla scoperta degli States. Forse un sinistro presagio di quanto prospettava l'immediato futuro, un futuro caratterizzato (e pesantemente influenzato) da ben altre "polveri"...
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