Complice un'immagine accattivante ed una serie di brani "facili", adatti a radio ed MTV, i 'glamsters' Poison conquistano classifiche e riconoscimenti per tutta la seconda metà degli anni ottanta e gli inizi del successivo decennio. L'abbandono del chitarrista C.C. DeVille dopo il tour promozionale per l'ottimo "Flesh And Blood" del 1991 fa precipitare la band in una seria "impasse". La soluzione per uscirne pare essere quella di reclutare l'asso delle sei corde corde Richie Kotzen, limare gli aspetti troppo colorati della propria immagine ed effettuare un deciso cambiamento di stile, verso lidi maggiormente blues e "seri", con la speranza di ingraziarsi anche quella critica che fino ad ora ha snobbato il gruppo. I risultati, ahiloro, sono esattamente agli antipodi di quanto sperato: i fans restano basiti all' ascolto del nuovo disco "Native Tongue", la critica non si smuove dalle proprie convinzioni, MTV li ritiene oramai roba vecchia e - ciliegina sulla torta- il giovane Kotzen mette gli occhi (e non solo!) sulla ragazza del batterista Rikki Rockett, guadagnandosi una velocissima fuoriuscita dal combo. Il colpo è di quelli duri da superare ed il gruppo rimane, discograficamente parlando, in stand-by per un lungo periodo mentre il cantante Bret Michaels si consola tra le... braccia (ehm...) della procace Pamela Anderson. Il richiamo di DeVille, uscito da serissimi problemi di tossicodipendenza, riporta in vita a fine decennio la line-up originale, ma trasforma i Poison nell'ennesima band costretta a vivere sui ricordi delle glorie che furono.
Sfido chiunque però a dar torto a Michaels, che pensava più alle boe di salvataggio di Pamelona. Quelle di Baywatch, che avete capito? Maliziosi! :-)))
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