Per molti ascoltatori casuali Elton John è l'imbolsito interprete di struggenti ballate al pianoforte adatte come sottofondo per un tè con le amiche la domenica pomeriggio. Giusto, ma sbagliato allo stesso tempo, perchè andando a fondo nella sterminata discografia del cantante inglese si possono fare scoperte interessanti e, per certi versi, sconvolgenti. Si prenda ad esempio l'album "Goodbye Yellow Brick Road" del 1973, da più parti considerato l'apice compositivo dell'accoppiata Elton John / Bernie Taupin, disco che accanto a pezzi che incarnano perfettamente quanto detto sopra ("Candle In The Wind" e la splendida title track, ad esempio) mostra una grande versatilità stilistica in grado di avvicinare il singer a sonorità che non pare azzardato definire "progressive". Basti ascoltare l'opener "Funeral For A Friend / Love Lies Bleeding",brano non a caso coverizzato anche dai Dream Theater e che possiede tutta la malinconica magniloquenza caratteristica del prog di stampo inglese. Accanto a ciò non mancano pezzi maggiormente corposi e movimentati come la sguaiata (é proprio il caso di dirlo) "Saturday Night's Allright For Fighting" che ci consegna un Elton anni luce distante dall'immagine composta e patinata che ne abbiamo oggi. Un album da riscoprire. Ah, quanto zucchero nel tè?
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